Questa pagina nasce prima di tutto per abbattere quell’immagine di “hacker” che i giornalisti hanno costruito fino ad oggi, e poi perché molti visitatori mi fanno domande insensate senza neanche sapere ciò che dicono. Prima di avventurarvi nella carriera di pirata vorrei che imparaste bene il gergo e conosciate il significato di ogni vocabolo.
HACK
Originariamente: far mobili con l’accetta; Interagire con un computer senza uno scopo preciso se non divertirsi ed esplorare; esplorazione casuale (random) senza secondi fini di computer remoti senza provocare danni e senza farsi scoprire.
HACKER
Persona che fa hacking seguendo un’etica precisa, una sorta di codice cavalleresco: mai fare danni, mai rubare, mai farsi scoprire. Solo una sfida pratica di intelligenza. Nessun intento criminale.
La cultura hacker è connaturata con gli studi informatici delle maggiori università americane (Harvard, Berkley, Stanford): in un campus di questi, quasi ogni studente è tendenzialmente hacker.
CRACKER
Eccolo il pirata-vandalo informatico. E’ uno che avendo la conoscenza tecnica e gli strumenti degli hackers li usa per rompere le sicurezze di un sistema per furto o vandalismo.
La parola è nata nell’85 dagli hackers per difendersi dall’uso improprio da parte dei giornalisti della parola “hacker”.
Di solito i crackers sono dei mediocri hacker e tendono a riunirsi in una sorta di società segrete che commettono reati.
Comunità di questo genere sono fiorenti in Usa, Australia, Gran Bretagna, Germania, Russia, India, Paesi dell’Est e paesi nordici, ma sostanzialmente il fenomeno è mondiale. Anche l’Italia è degnamente rappresentata.
PHREAKER
O meglio, il phone phreaker: specialista nell’infrangere i sistemi telefonici per “scomparire” nel mondo digitale ovvero per “scroccare” telefonate gratis.
Il phreaking comprende anche i temi di pirateria satellitare, smart card, cellulari ecc…
LAMER
Termine dispregiativo del gergo hacker per indicare un hacker nato perdente. Di solito i lamers sono più che altro degli aspiranti crackers che vorrebbero imparare da autodidatti le tecniche per rubare o fare vandalismo.
WANNABE
Dall’inglese “vuole essere”; si tratta di un apprendista hacker alle prime armi in grado solamente di infastidire altri utenti e con conoscenze informatiche limitate.
L’ultima cosa che farebbe un hacker sarebbe aiutare un cracker nel suo intento…!!
WHITE HAT
Un white hat è un hacker esperto di programmazione, di sistemi e di sicurezza informatica in grado di introdursi in reti di computer al fine di aiutarne i proprietari a prendere coscienza di un problema di sicurezza nel rispetto quindi dell’etica degli hacker e si contrappone a chi viola illegalmente sistemi informatici, anche senza vantaggio personale, definito “black hat hacker”. Entrambe le figure rientrano nel più generico profilo dei cosiddetti security hacker. Il nome “white hat” proviene dalla convenzione del cinema western a far indossare cappelli bianchi ai personaggi positivi.
BLACK HAT
Black hat è un hacker malintenzionato o con intenti criminali. Si contrappone a white hat in quanto, diversamente da questi, mantiene segrete le proprie conoscenze sulle vulnerabilità e gli exploit che trova riuscendo a inserirsi in un sistema o in una rete non per aiutare i proprietari a prendere coscienza di un problema di sicurezza, come fanno i white hat nel rispetto quindi dell’etica degli hacker, ma violando illegalmente sistemi informatici, anche senza vantaggio personale. Il nome “black hat” proviene dalla convenzione del cinema western a far indossare cappelli neri ai personaggi negativi.